#forexbreakfast 28 Gennaio 2020

Prosegue la fase di panic selling in Asia dove nella notte la seduta di contrattazioni ha restituito un quadro a tinte ancora fosche per effetto della diffusione del coronavirus in Cina e in tutta la regione. La conta delle vittime raggiunge quota 100 in un contesto in cui Pechino cerca disperatamente di arginare la diffusione e gli altri paesi, tra cui spiccano Giappone e Stati Uniti, organizzano voli per riportare in patria i propri cittadini.

Nel contesto in cui si è sviluppata l’epidemia annebbiato dalla censura e reticenza del governo cinese, si sono susseguite voci e smentite più o meno allarmistiche sulla reale portata del problema che hanno contribuito a confondere ancora di più gli operatori.

Anche le ripercussioni economiche del rallentamento dei viaggi, del commercio e delle attività umane iniziano ad essere prezzate nelle quotazioni dei mercati. La chiusura di Wall Street ha visto i principali indici in rosso di oltre un punto e mezzo, mentre la sessione asiatica fa registrare questa mattina risultati pesanti. L’indice Nikkei della borsa di Tokyo in discesa di mezzo punto percentuale a -0.55% seguito da Hong Kong a -1.11%, mentre affonda ancora Shanghai che perde oltre quasi tre punti percentuali attestandosi a -2.75%.

Insieme all’allarme per il rallentamento delle attività economiche i contratti legati all’energia consolidano in questo avvio di settimana i ribassi iniziati ancora ad inizio anno. Il WTI quota in avvio di contrattazioni in Europa poco più di 53 dollari al barile, mentre il Brent, il contratto di riferimento a livello mondiale, si attesta intorno ai 58.3 dollari al barile.

Sempre in avvio di sessione le principali piazze del Vecchio Continente provano un timido accenno di rimbalzo: Milano prova il recupero aprendo in rialzo dello 0.70%, in linea con Londra a +0.50% e Francoforte intorno al mezzo punto percentuale.

Sul fronte americano, ancora al centro della scena il processo di impeachment che sta andando in scena in questi giorni al Senato statunitense controllato dai repubblicani. Come anticipato ieri, il leak del manoscritto dell’ex numero uno della sicurezza nazionale John Bolton che accusa direttamente il presidente americano Trump ha portato a crescenti  pressioni perché venga messa da parte la strategia dei legali della Casa Bianca che non vogliono testimoni e che proprio Bolton venga sentito sotto giuramento al procedimento.

Nel Regno Unito con meno di quattro giorni all’uscita programmata di Londra dall’Unione Europea  e alla vigilia del voto al parlamento europeo sul brexit bill, si irrigidisce la dialettica soprattutto in vista della lunga e difficile fase negoziale che seguirà l’uscita ufficiale. In questo contesto, il primo ministro Johnson è preso tra due fuochi anche sul fronte atlantico dove le pressioni di Trump hanno reso necessaria una decisione di Downing Street attesa per oggi sul pressante di concedere accesso alla rete 5G a Huawei.

EURUSD

In un contesto ancora difficile sui mercati è proseguita nella giornata di ieri la fase di forza del biglietto verde che ha contribuito a zavorrare le quotazioni del cambio principale EURUSD poco sopra quota 1.10 con minimi a 1.1010 che hanno offerto un buon supporto. La giornata si apre senza particolari spunti per la volatilità per effetto dell’assenza di dati macroeconomici di rilievo nelle prime ore di contrattazione mentre più vivace sarà il pomeriggio con l’apertura di Wall Street che dovrebbe comunque confermare l’outlook interlocutorio in attesa della riunione della FED di domani sera.

USDJPY

Anche il rapporto tra biglietto verde e divisa nipponica continua a mantenersi interlocutorio e poco mosso in avvio di sessione europea. Dopo il consolidamento dell’area tra 108.80 e 109.00, il parziale tentativo di recupero delle borse europee di questa mattina ha contribuito a sostenere le quotazioni intorno a 109.00.

GBPUSD

Affossato dalla forza del biglietto verde, il cable soffre per una serie di fattori che stanno continuando a zavorrare il rapporto tra valuta britannica e biglietto verde che torna a scambiare sotto quota 1.3020 in avvio di sessione europea. Il tema brexit, il tema negoziale con l’Unione Europea e le pressioni americane su Huawei continuano a creare elementi di preoccupazione per gli investitori che scaricano il cable in attesa di maggiori certezze sul mercato.